Gua Sha

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La rivalutazione punk del cesso – Gua Sha n. 52
guasha.nightreview.it

La rivalutazione punk del cesso – Gua Sha n. 52

In cinque brevi drammi

Ivan Carozzi
,
Sara Marzullo
,
Sofia Torre
,
veronica raimo
, and
NightReview
Jan 5
3
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La rivalutazione punk del cesso – Gua Sha n. 52
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Qualche giorno fa Ivan Carozzi in una conversazione ha detto che stiamo assistendo a una rivalutazione punk del cesso. Quello a cui si riferiva era la proliferazione di adesivi scritte battute e ritaglini nelle toilette dei locali, una mossa, diceva lui, fondamentale per aumentare l’hype del posto. Gli articoli di design invece arrivano a definire il bagno il nuovo salotto della casa e quello che intendono gli architetti di interni è che il bagno deve diventare un posto dove stare, dove star comodi, passare del tempo per prendersi cura di se stessi. Interessante contrasto tra il punkeggiare dei locali e la borghesizzazione di ogni angolo della nostra vita: sono forse due diverse forme di consumo, mi chiedo? La street cred degli adesivini e delle frasette argute (del tipo Ludovica ti amo anche se ti metti le birkenstock; liberté, mineralité, acidité; bevi peroni odia i padroni; punk e panelle) indica che il locale non è per quei signorini tutti ripuliti, anche se poi un bicchiere di vino naturale costa 7 euro. Ci sta, è una delle innumerevoli cooptazioni di modalità, estetiche e sottoculture a cui assistiamo, parte della pressione a estrarre contenuto e profitto da qualsiasi angolo dell’esistente. La rivoluzione del resto parte dalla camera dal letto, non da un bagno che qualcuno pubblica con il geotag nella mappa dei posti cool.

A ogni modo, Ivan ci ha chiesto di scrivere sul cesso, nella sua accezione punk, del bagno, nella sua accezione piastrellata, e della toilette, nella sua accezione neutrale purificata da ogni connotazione troppo ingombrante. Il bagno sembra insomma uno spazio in crisi di identità o con troppe identità – perché primariamente il bagno, come una camera a ore, è un luogo camaleontico, cioè diventa quello che ci porti, che ci vedi, è quello di Trainspotting o quello pieno di santini e prodotti femminili de Le vergini suicide. Mi è tornata in mente quella scena de La notte, in cui Jeanne Moreau si fa il bagno nella vasca ed è bellissima e irreparabilmente triste – esattamente come le stanze d’albergo, il bagno si presta alla lussuria e alla disperazione, all’indulgenza e al suicidio. È, o almeno per me è sempre stato così, il luogo delle epifanie, della vulnerabilità, del rimosso. Insomma, poco, pochissimo, salottifero.

interiorandfilms
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Julia Roberts vive her best life in Pretty Woman, mentre Marie Antoinette si lascia scivolare disperata e sbronza nella vasca di Versailles. In Parasite ci si gode il bagno degli altri, in Scarface si fuma e si telefona, esattamente come ne L’ours et la poupée, in Possession si galleggia (???), in Picnic at Hanging Rock ci si lava il viso coi fiori, in Spencer la pòra Diana cerca un attimo di raccoglimento, in The shape of water è dove tutto si rivela, ecc. In ognuna di queste scene, il bagno dice qualcosa dei personaggi: come stanno, chi sono, da cosa scappano. In questo nuovo numero collettivo di Gua Sha, succede la stessa cosa: Ivan ci regala una poesia sul water di Alfonso Berardinelli, Sofia dopo aver tessuto le lodi dell’Inghilterra (ma davero?) scrive di nostalgie del bagno di casa, Veronica ci porta nel micro teatro della toilette e Ivan spiega come il linguaggio giusto possa rendere ogni esperienza poetica e ricca di corpi celesti. Questo che leggete è il cinquantaduesimo numero di Gua Sha, ed è anche il numero che celebra il primo compleanno di questa newsletter, che ha preso il via con le mie previsioni per l’anno appena finito, tanti maggioloni di Ivan e alcune questioni rimaste altrettanto complesse di Veronica. Se vuoi continuare a seguirci: non sapere dove stai andando è il modo migliore per arrivare da qualche parte mai vista prima.

– Sara Marzullo

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Cinque brevi drammi da cesso

di Veronica Raimo

Piattaformizzazione

Cesso di un locale. Lui e lei stanno scopando.

Lei: (geme vigorosamente)
Lui: Oh, puoi fare più piano? Non siamo su un set porno.
Lei: No, siamo sul mio OnlyFans.

Cowboy

Cesso dell’autogrill. Lui sta pisciando, in testa un cappello a falde larghe. Lei apre la porta. 

Lei: Oddio, mi scusi, non era chiusa a chiave…
Lui: (girandosi) Okay.
Lei: Ma sei De Gregori?
Lui: (continuando a pisciare) Sì. Puoi richiudere?

Luci basse

Cesso di un lounge bar. Lei è allo specchio a lavarsi le mani. Lui le poggia il pacco sul culo. 

Lui: (Spingendo il pacco contro il culo) Dillo che sei solo una lurida troia.
Lei: Scusi?
Altra lei: (Dal lavandino accanto) Idiota, sono qui.

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