Gua Sha

Share this post
Delusione – Gua Sha n. 28
guasha.nightreview.it

Delusione – Gua Sha n. 28

La coscienza di proprietario dell’oggetto

Ivan Carozzi
,
Sara Marzullo
, and
NightReview
Jul 21
Share this post
Delusione – Gua Sha n. 28
guasha.nightreview.it

“Alla fine prevalgono gli automatismi innescati dalla mia miserabile coscienza di proprietario dell’oggetto” – questa frase nel pezzo di Ivan Carozzi mi ha fatto molto ridere e l’odissea che Carozzi sta per raccontare è solo una delle ragioni. In questi mesi sto traslocando e mi sono resa conto che a trent’anni i miei traslochi non sono diventati più impegnativi o complessi rispetto a quelli di dieci anni fa. Non posseggo davvero nulla di valore: né un costoso contenitore per la lavatrice, come Eula Biss; né una macchina; né opere d’arte o qualsiasi cosa costituisca quello che comunemente definiremmo un bene, una proprietà, un patrimonio. Non solo non li posseggo, ma la prospettiva di farlo un giorno mi pare vaga e avvincente come un giallo metafisico. Nonostante i miei tentativi di smettere di comprare oggetti che non mi sopravviveranno e i timidi acquisti di complementi di arredamento non prodotti su larga scala (un comodino trovato su Facebook Marketplace), non c’è molto che lascerò dietro di me; tuttavia la questione dell’assenza di beni di valore non mi preoccupa particolarmente, immagino che si concluderà in qualche modo, come il giallo metafisico. La frase di Ivan mi ha fatto ridere perché mentre leggevo ho pensato che avrei vissuto quella stessa avventura in uno stato di assoluta ansia e ostinazione, spinta da una meschinità a tratti ridicola. Il trasloco, insieme al fatto che sto scrivendo questa intro da casa dei miei genitori, mi ricorda che l’unica cosa che posseggo veramente sono i miei libri, verso cui provo un trasporto inspiegabile ma anche poco romantico: qui in Toscana li rimetto in ordine, provando a immaginare se riuscirò mai a unirli a quelli che dovrò impacchettare al mio ritorno a Torino, perché prima di tutto sono miei, vaffanculo, mi appartengono. La specifica sfumatura di meschinità che contraddistingue il mio rapporto con la mia biblioteca è ancora più ridicola, perché non posseggo volumi di intrinseco valore o insostituibili – gran parte dei miei libri preferiti li ho letti in biblioteca e non li ho mai neanche ricomprati. È proprio la loro massa, la loro imponenza che mi rassicura, mi pare una ipostasi della mia vita, il segno materiale della mia esistenza, una creatura che come la nave Argo può essere rimpiazzata nelle sue componenti ma che mantiene sempre lo stesso nome, però non mi sogno neanche di rimpiazzarle. Magari dovrei provare a leggere Tolgo la mia biblioteca dalle casse di Walter Benjamin in preda a questa angoscia ostinata, sostituire al sentimento questa rabbia tignosa da fine del mondo, che tanto trovo ridicola e tanto mi piace. Intanto, mi sono trovata a vivere le avventure di Ivan facendo il tifo per lui, con un coinvolgimento da storia d’amore: loro non possono capire, ma io sì.

– Sara Marzullo

Voglio ricevere Gua Sha ogni giovedì


Delusione

di Ivan Carozzi


Un giorno a Bologna sono entrato nella libreria Modo Infoshop e ho notato un libricino della collana Fotocopie. Si tratta di libricini molto attraenti, tutti bianchi, prodotti dalla libreria Modo Infoshop, con il logo della libreria a centro copertina, spillati, di poche pagine e di piccolo formato, che ricordano un po’ i vecchi Millelire di Stampa Alternativa. Il prezzo è di tre euro. Sono tutti raccolti in un espositore sistemato vicino alla cassa. Dopo aver sfogliato qualche Fotocopia, ho tirato fuori gli spiccioli che avevo in tasca e ho acquistato Come e perché consigliai a Eco e sodali di lavare i piatti. Il titolo mi ha incuriosito. L’autore del libro è Luciano Nanni, un tempo docente di estetica al DAMS. Il libro ricostruisce un vecchio dibattito tra professori della facoltà del DAMS. Lo compro, tutto contento, dopodiché il libro inizia una sua avventura. Lo dimentico a Bologna, a casa di mio fratello, e quando me ne accorgo, in treno, mi sento di colpo svuotato. Qualche settimana dopo torno a Bologna per poche ore e riesco a recuperarlo. Il libro di Nanni è di nuovo con me. «A breve me lo leggo», penso. Devo solo arrivare in fondo a un altro paio di libri e a quel punto so che si aprirà una pausa tra un libro e l’altro, che di solito riempio mediante la lettura di libri brevissimi. Il libro infine giunge a casa mia, a Milano, e si posa sopra una pila di altri libri che ho cumulato su un lato del divano. Ci resta almeno un paio di settimane. Poi un giorno, finalmente, arriva il suo turno. Ho appena concluso Un’odissea di Daniel Mendelsohn, che mi era stato regalato un paio di anni fa, e ora ritengo sia arrivato il momento di consumare questo brevissimo Come e perché consigliai a Eco e sodali di lavare i piatti.

This post is for paid subscribers

Already a paid subscriber? Sign in
© 2022 Nightreview S.r.l.
Privacy ∙ Terms ∙ Collection notice
Publish on Substack Get the app
Substack is the home for great writing