Gua Sha torna, Gua Sha appare, Gua Sha drena. Qui trovi la nostra prima apparizione, qui chi siamo. Anche questo numero è gratuito, così come i prossimi due. Dal 10 febbraio, potrai drenarti esclusivamente in cambio di un piccolo ma fondamentale contributo
Frasi fatte e prediche della domenica
di Francesco Pacifico
“L’uomo porta dentro di sé le sue paure bambine per tutta la vita. Arrivare a non avere più paura, questa è la meta ultima dell’uomo”.
— Italo Calvino
“Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovane”.
— Italo Calvino
“Ero intero e tutte le cose erano per me naturali e confuse‚ stupide come l’aria; credevo di veder tutto e non era che la scorza. Se mai tu diventerai metà di te stesso‚ e te l’auguro‚ ragazzo‚ capirai cose al di là della comune intelligenza dei cervelli interi. Avrai perso metà di te e del mondo‚ ma la metà rimasta sarà mille volte più profonda...”
— Italo Calvino
“Se alzi un muro, pensa a ciò che resta fuori!”
— Italo Calvino
“Non sapeva cosa avrebbe voluto: capiva solo quant’era distante, lui come tutti, dal vivere come va vissuto quello che cercava di vivere”.
— Italo Calvino
Il 4 giugno dello scorso anno, la scrittrice Jeanette Winterson ha pubblicato in un tweet la foto dei suoi romanzi dati alle fiamme. Roghi di libri? Malissimo!!! Salvo che ad appiccare il fuoco è stata lei – Ho assolutamente odiato i piccoli accoglienti domestici blurb sulle nuove copertine. Così gli ho dato fuoco.
La quarta di copertina in questione, per una nuova edizione di Written on the body (Scritto sul corpo):
In un tranquillo sobborgo inglese, divampa una storia d'amore. Per la voce narrante senza nome, Louise è l'ultima di una lunga serie di passioni esplosive, ma la prima ad aver spezzato il suo cuore. Con il marito di Louise, Elgin, che blocca il corso dell'amore, la loro relazione è destinata a disfarsi – fino a quando, cioè, una scelta terribile deve essere presa. Con la sua prosa arguta e magistrale, Written on the Body porta il lettore in un’esplorazione ammaliante e provocatoria dell’amore e delle sue forme corporee.
Quella originale del 1993:
Written on the body è un codice segreto visibile solo in certe condizioni di luce: l’accumulo di un’intera vita si raccoglie lì. In alcuni punti il palinsesto è così elaborato che le lettere sembrano braille. Mi piace tenere il mio corpo avvolto, al riparo da occhi indiscreti, non dispiegare mai troppo, raccontare tutta la storia. Non sapevo che Louise avesse le mani per leggere. Lei mi ha tradotto nel suo libro.
Sperimentalismo della forma (a secret code / letters feel like braille / she translated me into her own book) che si trasforma in un romanzo d’amore in campagna. COSY LITTLE DOMESTIC BLURBS!!!
Storia di una donna
di Veronica Raimo
Storia di una donna che emerge
Storia di una donna che fiorisce
Storia di una donna che non esiste
Storia di una donna che non voleva più amare
Storia di una donna che incontra l’uomo della sua vita
Storia di una donna che sceglie se stessa
Storia di una donna che ha amato due volte un uomo che non sapeva amare
Storia di una donna dal cuore disfatto
Storia di una donna che divenne un albero
Storia di una donna che diventa madre per caso
Storia di una donna che ha messo al mondo un bambino di colore
Storia di una donna che combatte per diventare se stessa
Storia di una donna sconosciuta a se stessa
Storia di una donna che è voluta diventare un uomo
Storia di una donna che si traveste da monaco e poi sale al potere
Storia di una donna che non ha mai smesso di diventare
Storia di una donna che voleva remare
Storia di una donna che incanta e che lotta per la luce
Storia di una donna che guarda al dissolversi di un paesaggio
Storia di una donna che ha combattuto il pizzo a Ercolano
Storia di una donna che si ribellò alla SCU
Storia di una donna che perde la sua innocenza
Storia di una donna che non ha mai perso la sua dignità
Storia di una donna che sa vedere oltre
Storia di una donna che non ha mai mollato
Storia di una donna che volò oltre i suoi limiti
Storia di una donna che non si arrende
Storia di una donna che ha attraversato la Storia
Storia di una donna che ha scritto la Storia
Storia di una donna che cambiò l’Italia
Storia di una donna che ne passò di cotte e di crude
Appuntamenti
di Sara Marzullo
Nel 2017 per lanciare la nuova stagione della sua linea di abbigliamento Kanye aveva usato le foto che i paparazzi scattavano a Kim: Kim che esce di casa, che chiude il bagagliaio dell’auto, che fa benzina, sempre indossando i vestiti aderenti tinta unita – tutine, leggings, abitini – disegnati dal marito. Gli scatti sembravano autentici, momenti qualunque rubati alla sua vita (il tipo di cose che ci piace vedere fare ai personaggi famosi, cioè vivere la loro vita – stars, they are just like us!), ma poi si era scoperto quasi subito che si trattava di messe in scena, finte paparazzate interpretate perché sembrassero reali.
La differenza tra uno scatto rubato e un photoshoot sta nell’organicità del product placement, nel modo in cui quei vestiti diventavano parte integrante dell’identità del momento di Kim (bionda, sofisticata, senza imperfezioni); il cui correlativo oggettivo era la casa monocromo piena di mobili che sembravano installazioni d’arte, opere di Carl Andre o Donald Judd piazzate nel salotto (da lì tripudio di case beige, tutte tonalità terrose e carnali, marmi preziosi, una specie di lusso non strillato, ma un po’ cafone ripulito). Gli abitini mettevano in evidenza la silhouette di Kim, i mortificanti colori naturali anticipavano la svolta messianica di Kanye. Nelle cerimonie religiose che avrebbe organizzato da lì in poi, tutti avrebbero vestito Yeezy come se si trattasse di tuniche o di sai, tra il francescanesimo e le comuni hippy (ci sono già i preti content creator sponsorizzati dai brand?). Nel 2021 Kim si è presentata al MET Gala vestita, anzi completamente coperta, Balenciaga, il volto sotto una garza nera, a dimostrazione che lei e il suo corpo sono la stessa cosa – una silhouette può essere la tua identità. Fashion geniuses (plurali)! O anche: non vogliamo possedere quello che ci vendono i testimonial, vogliamo i testimonial, possedere la loro vita – e loro due lo hanno capito benissimo.
Nel frattempo Kim e Kanye hanno divorziato e lei è stata avvistata con Pete Davidson a Staten Island, in quello che chiameremmo il remake della donna-di-città-in-carriera che finisce *in provincia* e riscopre la magggia del natale (in amore, il trend pare sia school dropout di inizio millennio con la band pànc, vedi la sorella che sta con Travis Barker o Megan Fox con Machine Gun Kelly – more on this soon!). La vera notizia, però, è un’altra: Julia Fox – la coprotagonista di Uncut Gems – è uscita a cena con Kanye. Lo sappiamo non per le paparazzate o per le stories su Instagram, ma perché Julia Fox ha scritto un articolo su Interview che ne parla nel dettaglio – e perché hanno fatto un photoshoot. Al secondo appuntamento! While people dined!
Anche il photoshoot è un meta-photoshoot, di quelli in cui non si capisce la differenza tra stage e backstage: c’è Kanye che le dice come posare o la veste con la collezione spring-summer 2022 di Diesel (di cui lei è stata la testimonial), lui appoggiato su un divano che beve un bicchiere di vino mentre la guarda incantato, lei che guarda oltre la sua spalla nella sua direzione… Lui sdraiato a terra, lei sopra di lui. Loro addormentati contro il divanetto del ristorante. Very sweet. And also, very meta!
(il mio amico Vito de Biasi mi ha detto “sembravano un po’ Rebecca la prima moglie, un po’ Phantom Thread”, ma chi sta educando chi, chi dà il sesso, chi la classe qui?)
È davvero un appuntamento o una forma artificialmente naturale di una campagna pubblicitaria? O il contrario, naturalmente artificiale? È branded content nella sua forma più pura? “Everything with us has been so organic” (intanto sul sito di Paper si possono acquistare direttamente i vestiti che lui ha scelto per lei, un’esperienza a portata di clic!).
Scrive Natasha Stagg nella sua illuminante newsletter:
Che cosa faresti se qualcuno trasformasse il tuo appuntamento in un servizio fotografico, con tanto di scatti di moda? Scriveresti un’introduzione alla storia, come ha fatto Julia, facendo sembrare caldo qualcosa che appare calcolato (perché è stato messo in scena)?
E poi ancora: un appuntamento, che è un incontro, un’intervista, e nel caso delle celebrità, un servizio fotografico, comunque, dovrebbe essere curato dalle persone che vi partecipano, non da Page Six. E Julia non è una novellina del meta-linguaggio: il personaggio che ha interpretato in Uncut Gems è stato scritto su di lei, ma ha dovuto comunque fare un provino.
A Stagg rispondo: “Se le foto di Kim dei paparazzi sembravano vere pur essendo messe in scena, perché una messa in scena non potrebbe essere *vera*? Vera suo malgrado, come sogno, fantasia, gioco che diventa realtà… potranno dire fingevamo di essere innamorati e poi ci siamo innamorati davvero… come effetto secondario delle loro vite sempre meta, sempre in posa, al punto che la differenza tra reale e posa è indecidibile, come nella vita di tutti online e offline sono ormai interconnessi, indistricabili (ma non la stessa cosa, vorrei sottolineare).
Quasi tutto quello che fanno le Kardashian, Kanye West – o anche Julia Fox – è una messa in scena, un finto provino, una rappresentazione – tutto è così falso da diventare l’unica forma di realtà, come Lana del Rey che un tempo non esisteva, ma poi il costume, il personaggio è diventato inscindibile da Liz Grant, tanto che se è vero che se non esiste una Lana del Rey bambina, non esiste neppure Liz Grant da adulta (Liz Grant non vive più su questo pianeta). Mi vengono milioni di esempi…
È che non sappiamo invece dove inizi la finzione per Fox e West – a cosa si riduce la realtà, quando vivi nella rappresentazione di te? Cos’è il reale, viene da chiedere… Perché Julia non dovrebbe vendere a se stessa un sogno e finire per crederci davvero? Perché non dovrebbe farlo Kanye? Alla fine sono diventati i personaggi che sono stati per tutta la vita, o almeno quello che per ora sentono di essere stati per tutta la vita”.
Fine della risposta.
Questa storia mi ha portato a riflettere sulla natura stessa degli appuntamenti: ora, anche se l’appuntamento tra Fox e West è recitato o preparato per un servizio fotografico (nel senso di styled), non significa che per loro non sia reale, in qualche misura. Il punto è che mettiamo in scena i nostri appuntamenti tutto il tempo ed è proprio quello che rende affascinanti i primi e secondi incontri – quella danza, il modo in cui tutto ciò che si indossa, si dice, si dichiara deve avere un significato, perché potrebbe (o dovrebbe, questo speriamo) sollevare domande che conducono a conversazioni che alla fine portano al sesso o addirittura all’amore. In modo analogo, un servizio fotografico è pensato per dare a ogni oggetto un contesto, un significato, per inserirlo in una cornice di senso – per fornirgli una STORIA! È il contesto creato dalla posa, dal set, dalla modella, il tipo di fotografia, sono queste variabili a consegnare a quegli oggetti un attributo, un significato – e viceversa, cioè la selezione stessa degli oggetti, nell’insieme, è il significato. Come parole su una pagina.
Oggetti, pose, parole: i primi appuntamenti sono come i romanzi, tutto sarà o potrebbe essere analizzato, letto da vicino. Ogni cosa è talmente carica di senso e partecipe dell’insieme che può essere decontestualizzata e letta fino allo sfinimento – la sciarpa che indossava, il vino che ha scelto, il locale, mi ha offerto la sua giacca, ho allungato le gambe sotto il tavolo. Questioni affascinanti per chi partecipa, abbastanza noiose per gli altri, a meno che non siano interessati alla semiotica (come era vestito? dove ti ha portato?). Se qualcosa sembra non avere senso o averne troppo poco è perché non si hanno ancora gli indizi giusti.
(Intanto Julia Fox e Kanye West continuano a frequentarsi e stavolta nel photoshoot hanno coinvolto anche Madonna. Tutti insieme ci vendono la fantasia della festa, siamo celebrità e ci strusciamo l’uno addosso all’altra… per qualche motivo sembra la messa in scena di una festa, l’idea che ne ha chi non ci è mai andato, si impegnano tantissimo a sembrare persone famose… ci ho messo un sacco, ma ho capito cosa mi ricorda tutto questo: È UNA FAN FICTION! Ma invece di Twilight c’è Kanye West ed è scritta da Kanye West e Julia Fox… è questa la nuova candida sincerità di cui parla Stagg?).
Abbiamo mandato questo numero di Gua Sha a Elisa Cuter, perché lo commentasse:
Di Storia di una donna dice: “qua io direi ed è questa la donna che vogliamo al Quirinale! ma ho la sensazione che rovinerei tutto”.
Dei fidanzamenti da deviant-art-blink182-emily-the-strange di Megan Fox (un’altra Fox!) e Kim Kardashian: “un classico dei primi matrimoni per le Signorine Bene, cosa ci dice il fatto che ora siano scelti più in là? Forse solo che l’aspettativa di vita si è alzata (COVID a parte), non so. Forse è solo il ciclico ritorno delle mode e conseguente regressione ogni vent’anni”.
Di Julia Fox: “andava al liceo con uno dei miei migliori amici a Como. Un aneddoto di cui vado molto fiera… ma HA DETTO VERAMENTE ‘SO ORGANIC’! STO MALE!”.
Delle feste tristi di Madonna strusciatissima: “ammirazione totale per come riesci a parlarne senza giudicare: il giudizio sembra sempre invidioso ma io non so se riuscirei, a me mette tristezza lo stesso, ma d’altra parte anche la nostra è una festa virtuale, fossimo boni e/o ricchi come loro forse faremmo photoshoot e non newsletter”.
Ti ricordiamo che dal 10 febbraio potrai ricevere Gua Sha ogni giovedì esclusivamente in cambio di un piccolo ma fondamentale contributo: 5 euro al mese o 25 euro per un intero anno. Ma c’è anche la possibilità di sostenere intensamente questa newsletter e contribuire con una cifra più alta, a partire da 50 euro, ricevendo in regalo uno dei libri a scelta dal catalogo di NR edizioni