Gua Sha

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Solo storie di Sosso – Gua Sha n. 14
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Solo storie di Sosso – Gua Sha n. 14

La perversa venere siberiana e altri amori di Giuseppe Stalin

Ivan Carozzi
,
Elisa Cuter
, and
NightReview
Apr 14, 2022
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Sto veramente male, come tutti immagino, di fronte a quello che sta succedendo, e anche di fronte a come se ne parla. Mi mancano le competenze e le parole per esprimere il dolore – me la cavo meglio con la rabbia, in genere, e ne avrei da vendere. Ma non ho voglia neanche di essere arrabbiata: di fronte a cose molto più grandi di sé, di fronte alla fine insomma, se non si può fare niente, ci si può disperare, oppure si può mandare tutto in vacca con una certa euforia sinistra. E allora vada per la provocazione gratuita: premettendo, ça va sans dire, che condanno eccetera eccetera, è il momento giusto per dire “make love not war”. 

E per dirlo, perché no, con Stalin.

– Elisa Cuter

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Elisa: vi prego, qualcuno si prenda la briga di ricordare quanto fosse bono Stalin da giovane, se lo faccio io il pezzo risulta ancora meno credibile…

Francesco: e queste parole finiranno nel pezzo


Sulla guerra della Russia all’Ucraina

di Ivan Carozzi


Giovedì sono stato a cena con un amico. Abbiamo preso entrambi una pizza al prosciutto crudo e una birra. Mi ha chiesto che cosa ne pensassi della guerra in Ucraina e come stessi vivendo un momento così pesante e angosciante. Mi diceva che da quando era iniziata la guerra aveva ricominciato a leggere i giornali e che tutte le mattine andava in edicola e comprava quattro quotidiani: il Corriere, La Repubblica, La Stampa, Domani. Da parte mia ho detto che avevo ripreso a guardare su internet le repliche di qualche talk show televisivo, ma mi sentivo oppresso dallo spavento. Ero balbuziente e incapace di affrontare una discussione o di formulare un’opinione all’altezza. Mentre mi raccontava ciò che aveva letto a proposito della ritirata dell’esercito russo da Bucha, della strage alla stazione di Kramatorsk, delle fosse comuni e delle torture, io ero attratto da una scena che si svolgeva alle sue spalle e che lui non poteva vedere. Un uomo e una donna erano seduti a un tavolo. Avevano appena finito di mangiare la loro pizza. L’uomo sembrava depresso, aveva una faccia sconsolata (mi ha ricordato la faccia del Ministro Speranza).

La donna a un certo punto si è alzata dal suo posto ed è andata a sedersi sulle ginocchia di lui. Indossava un paio di stivali di pelle nera alti fino al ginocchio e un vestito dai colori spenti, con fantasie autunnali – mi sembrava di vedere sul tessuto il disegno di cachi e melograni – tenuto stretto in vita da una cintola. Portava il rossetto sulle labbra. Ho pensato che si fosse fatta bella per lui. Dopo essersi seduta sulle ginocchia, ha preso ad accarezzare i capelli dell’uomo. L’uomo sembrava provato da un trauma recente, come se quel pomeriggio avesse ricevuto una brutta notizia. Le coccole di lei si sono fatte più calde e premurose. Probabilmente l’uomo, al contatto con la carne di lei, stava avendo un’erezione, un’erezione che si stava facendo largo in un momento di disperazione e sofferenza.

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