Satana è la voce della sua generazione? – Gua Sha n. 11
Su Satanic Dollscult, Sally Rooney & i circoli di Crowley
Sally Rooney è la voce della sua generazione punto di domanda? Sofia Torre è la voce della sua generazione? E Gua Sha? Satana? Giulio Andreotti? (Lui sì). Quando ho riletto il pezzo di Sofia, le ho chiesto se secondo lei il finale di Dove sei, mondo bello non fosse intriso di un pessimismo tanto cupo quanto fintamente stemperato; non ne faceva cenno, eppure era l’unica cosa che mi avesse davvero colpito di quel libro: quel tutti vissero felici e contenti, a patto di ricorrere a soluzioni individuali per problemi collettivi (cupo, stemperato e… anche scontato?). Mesi fa ne avevo parlato anche con Maurizia Balmelli, la sua traduttrice italiana, e mi aveva detto che se fosse per lei avremmo coniato un nero-sally-rooney, tanto sentiva spietato e intelligente il finale. Al tempo ci eravamo anche scritte che, tutto sommato, per quanto improbabile lo scambio di email tra Alice ed Eileen sembrasse, non era poi tanto diverso dalla conversazione che stavamo avendo su Messenger, in cui passavamo dalle traduzioni, alle paternità, alle città in cui vivevamo. Io portavo avanti l’idea che Sally Rooney fosse la quintessenza della sua generazione (noiosa e consapevole, istruita a usare parole come resilienza, healing, e tossicità; piena di futuri padri entusiasti e di ragazze nevrotiche, ma in cerca di comprensione) e lei che invece il mondo fosse pieno di cinquantenni con lo stesso modo di fare dei quattro del libro. Se non è pessimismo questo. Dove sei, mondo bello? Forse in Piemonte, al centro studi devoto al mago e satanista Alaister Crowley, i cui libri Ivan Carozzi (è lui la voce della sua generazione? Speriamo) ha trovato per caso in un mercatino rionale. Gua Sha sta diventando una rivista di libri fuori commercio? Sono quelli la voce ecc. ecc.? Certo è che una delle frasi stampate in quel libro andrebbe bene anche come epigrafe al prossimo romanzo di Sally Rooney:
Amore è la legge, amore sotto il dominio di volontà.
– Sara Marzullo
Dove sei, sesso bello?
di Sofia Torre
Sto scrivendo un libro sull’amore. In un numero che tratta di porno, che è il “mio” argomento – ed è bene rimarcare quanto sia fra virgolette – ho voluto essere mielosa e fuori luogo e mi sono ripromessa di fare venire il latte alle ginocchia a tutti i nostri affezionati lettori e parlare d’amore. Anche di sesso, in realtà. Ma con tanti sentimenti.
Nell’ultimo, spocchiosissimo romanzo di Sally Rooney Dove sei, mondo bello, le protagoniste si scrivono lunghe lettere per comunicarsi quanto si mancano, invece di salire su un autobus e incontrarsi, previo appuntamento. Gli argomenti di conversazione toccano l’antropologia, la teologia, speculazioni sul marxismo didascaliche ed elementari e varie teorie politiche per sommi capi, il tono vorrebbe essere provocatorio e brillante – parliamo di tutto, siamo fra amiche – ma la corrispondenza si tinge di pudibondo rossore – eccoci con le dissolvenze! – non appena si trattano i sentimenti, la vita personale, le scopate.
Curioso che discorrere di civiltà antiche venga più naturale del raccontarsi come va, curiosissimo che una conversazione via email al tempo di Telegram fra due giovani-occidentali-bianche-benestanti-altamente istruite-con velleità progressiste abbia la pretesa di suonare universale. Ma di universale non restano più nemmeno i sentimenti e le pulsioni. Rooney, “la voce di una generazione”, è facilmente attaccabile sui fronti più disparati: dalla forma giovanilistica a tutti i costi, troppo diario del liceo per essere elegantemente pastiche e un po’ troppo stucchevole per essere romantica, a quel certo classismo in pillole – “Per cos’altro viviamo se non per parlare d’amore e amicizia?”, per tirare a campare, direi –, ma per chi prende alla lettera la banda in copertina che promette “una storia d’amore” il vero problema è la fallacia dell’intento erotico. Il sesso di Sally Rooney non funziona, zero, nulla, nada, meno persino di quel porno patinato e maschilista che finisce con un’eiaculazione oceanica ed esagerata che non piace alle sue protagoniste. Attenzione, non è solo una questione di ce(n)sure, di mancanza e pudore. È una questione di come e perché.
Non è necessaria una descrizione chirurgica dell’atto perché un gesto si carichi di erotismo: il vedo/non vedo ha più estimatori del nudo integrale e Rita Hayworth in Gilda mette in scena lo strip più caldo della storia del cinema sfilandosi soltanto un guanto. Non è nemmeno solo una questione di senso ultimo, il sesso può benissimo esistere in quanto fine a se stesso: in Opus Pistorum l’alter ego di Henry Miller seduce una dodicenne sculacciandola e sodomizzandola perché gli va. È che in Dove sei, mondo bello le scene di sesso sono sconfortanti.
I protagonisti sono quattro, ma il personaggio è solo uno. Alice, alter ego di Rooney – affermata giovane scrittrice con una ricca vita interiore, senso di colpa, abiti hipster, wannabe classe operaia – incontra Felix – non affermato giovane magazziniere con grezza ma promettente vita interiore, niente senso di colpa, abiti hipster, realmente classe operaia – grazie a Tinder. Si danno appuntamento in un piccolo pub, perché in Irlanda non ci sono i bar come a Bologna ed è impossibile beccarsi in piedi fuori da Walter per un amaro dopo cena, e non sembrano piacersi particolarmente.
Felix è (come Alice) bisessuale, ha (come Alice) un piccolo e scattante corpo snello, e sembra (come Alice) molto più interessato a pontificare sul sesso piuttosto che a concupire effettivamente una persona reale, qualcuno di nudo, orizzontale e disponibile all’amplesso, magari qualcuno agganciato su Tinder a quello scopo. Non c’è motivo per cui due persone che non sono attratte l’una dall’altra dovrebbero andare a letto insieme, però questa è una storia d’amore e quindi cerchiamo di concludere. Alice e Felix, dopo 126 pagine di tiepida antipatia reciproca, si guardano negli occhi, sdraiati l’uno accanto all’altra, finché lui-bisessuale, piccolo e scattante ma pur sempre maschio bianco cis, non allunga una mano per sfiorarle gentilmente una coscia. Si baciano dolcemente, lui le scivola sopra e dissolvenza. Un non specificato numero di giorni dopo, si scambiano traumi e confidenze come fossero una manciata di coriandoli e poi decidono di coricarsi assieme nuovamente. Questa volta è lei a scivolargli sopra, ma solo perché il maschio bianco cis ha dato segno di un tiepido “ok”.
Supina, Alice accoglie Felix dentro di sé. Gli dice che lo ama, anche se non la conosce, anche se lui è spesso sgradevole con lei, se non addirittura maleducato, prevaricante, manipolatorio, apertamente aggressivo ed evidentemente più interessato al suo amico Simon. Lui, stronzo da manuale, nemmeno le risponde, ma dato che questa è una storia d’amore verosimile – riservata a quel milieu intellettuale in cui cercare di convertire un uomo al femminismo incoraggiandolo a diventare passivo-aggressivo come noi si chiama “combattere il patriarcato” – a lei va bene così. Forse non lo ama neanche lei, sicuramente ha finto l’orgasmo – perché, cara Sally Rooney, a nessuna donna basta così poco, ma se esiste un principio d’erotismo, è da rintracciare in quella sottomissione, l’appagamento per “qualche svogliata carezza e un po’ di tenerezza”.
Sembra che, in un momento storico in cui affermiamo di pretendere una decostruzione totale delle gerarchie e dei ruoli di genere, noi donne continuiamo a rifugiarci nella rassicurante mancanza di stimoli, di certezze e di empatia di base che gli uomini rifilano alle donne che non reputano abbastanza attraenti.
I ruoli di genere sono fissi, la dinamica di potere immobile, la fragilità una prerogativa tutta femminile. Poco importa che Felix sia bisessuale, che guadagni meno di Alice e che abbia tante amiche donne: la mimica post-coitale è abbastanza tradizionale da essere quasi polverosa.
Eileen, altro alter ego di Rooney – promettente giovane donna dai lunghi capelli, gli abiti hipster, la velleità della scrittura – è amica d’infanzia di Simon – promettente giovane uomo dallo splendido aspetto – gli abiti hipster, la ricca vita spirituale –. Secondo la critica, Rooney ha il merito di saper raccontare le sfaccettature dell’amore e dell’amicizia millennial, e i suoi personaggi spesso si compiacciono del potenziale rivoluzionario dello scopare fra amici fingendo che non esistano cose come la disparità, la seduzione, la gelosia, la fragilità dei sentimenti. L’amicizia portata in scena in Dove sei, mondo bello assomiglia pericolosamente alla Guerra dei Roses, senza Danny DeVito ma con più Vans colorate e vino rosso costoso. Quando Simon ha una compagna, Eileen è gelosa e gli telefona dopo la mezzanotte per sedurlo, rivendicando il suo capitale erotico e la sua importanza, quasi uno ius primae noctis sulla povera ragazza di Simon, che non ha il diritto di essere felice senza di lei. A letto si dicono “ti amo”, Simon allunga una mano per sfiorare gentilmente una coscia di Eileen. Si baciano dolcemente, lui le scivola sopra e dissolvenza. Supina, Eileen accoglie Simon dentro di sé. Come fra Alice e Felix, il rapporto fra Eileen e Simon si fonda sulla messa in scena di una forma di sottomissione femminile. In questo caso ricorda la finzione erotica sadomasochistica: “Dimmi che devo fare la brava e che se non lo faccio mi metterai sulle tue ginocchia e mi punirai”. Come sopra, i ruoli di genere sono fissi, la dinamica di potere immobile, l’iniziativa una prerogativa tutta maschile. Poco importa che Simon sia cattolico, che sia un bravo ragazzo e che abbia tante amiche donne: la mimica pre-coitale è abbastanza tradizionale da essere quasi polverosa.
Mi sono sempre chiesta quando abbiamo sostituito il sesso con le parole.
Non sto dicendo che le parole non possano essere sesso, sono invece convinta che l’eccitazione erotica sia fatta di dinamiche, ma ho l’impressione che iniziamo ad avere qualche problema con i non-detti, come se quello che non viene affermato non solo non potesse essere intuito, ma non esistesse proprio. Una questione simile è attribuibile all’amore: siamo esposti a una continua pornografia dei sentimenti, così invasivi da sostituirne il sesso o di fondercisi, come un cocktail troppo dolce. Così accade ai personaggi di Sally Rooney, e tutto è talmente confuso che alla fine dissolvenza.
Sacri testi e opere scelte (al mercato rionale)
di Ivan Carozzi
Questi volumi sono stati acquistati a dicembre per pochi euro presso una bancarella in un mercato rionale a Milano. Si tratta probabilmente di testi redatti da un centro studi attivo a Novara, in Piemonte, devoto al mago e satanista Alaister Crowley. Al loro interno si trovavano ancora fogli e appunti con indicazioni per la realizzazione di cerimoniali.
Telefonata col diavolo
di Ivan Carozzi
Durante il lockdown sognavo spesso. Ricordo un sogno sul conto di una ragazza, che avevo visto nei video di un canale, «Dollscult», sul sito porno Xvideos. Avevo saputo dell’esistenza di questo canale grazie a degli articoli di cronaca su internet. Raccontavano delle gesta di un trio, un ragazzo e due ragazze. A marzo 2020 avevano violato il lockdown e si erano ripresi mentre correvano nudi in una stradina di campagna. In un altro paio di video facevano sesso sul ciglio di un’autostrada e poi chiusi in macchina, di notte, parcheggiati davanti a una caserma dei carabinieri.
I tre si professavano satanisti e il maschio diceva di essere il fratello di una delle due ragazze. Pagina info su Xvideos:
Dollscult è una setta satanica chiusa creata da Shane e dalla sua sorellastra Melody, insieme alla loro fidanzata Sissi. Questo progetto rappresenta il nostro stile di vita, da sempre caratterizzato dalla più totale chiusura al mondo esterno, da un amore incondizionato e reciproco tra noi 3 e da un profondo senso di ribellione e rottura verso qualunque regola, tradizione e legge. Il nostro disinteresse per qualunque cosa sia all'esterno della setta si riflette perfettamente nel nostro modo di lavorare nel settore del porno. Siamo qui soltanto per soddisfare noi stessi, il nostro egocentrismo e il nostro desiderio di essere odiati e biasimati da chiunque sia all'esterno. Potete vederci come un cancro che si espande nutrendosi tra le pieghe del vostro risentimento e divora le consuetudini che regolano lo squallore della vostra società e delle vostre vite.
Sissi è la ragazza del sogno. È piccola di statura e di corporatura minuta, ha la pelle color caffellatte, gli occhi sono sempre adoranti e sembra la più indifesa dei tre. Shane e Melody sembrano due tipi scaltri, Sissi no. Dopo aver guardato diversi video mi ero fatto l’idea che in realtà le cose fossero più complesse di così. Melody è più refrattaria all’azione e sembra preferire un ruolo di testimone e di supporto. Si limita ad assistere al sesso, a pomiciare con Sissi o a spingerle la testa su e giù. Nel video girato di fronte all’autostrada, Melody si solleva la maglietta e mostra il seno ai camion di passaggio.
Shane è il maschio servito dalle due ancelle. Ma fra i tre, così mi sembra, c’è un legame più profondo di ogni apparente gerarchia, a riprova che i meccanismi che regolano i rapporti sono sempre più complicati di quanto sembri e non sono mai banalmente sopra-sotto, io comando e tu obbedisci, oppressore-oppresso ecc.
Sissi sembrerebbe la più sottomessa del trio, ma in realtà, io credo, è lei il rocchetto dell’ingranaggio e il vero perno del gioco sessuale. Forse proprio per la generosità, la remissione e il candore con cui si concede.
È lei che guida il gioco, forse proprio grazie alla sua apparente subordinazione e al suo corpo esile e così apparentemente facile da dominare. In realtà, questa è la mia impressione, senza di lei crollerebbe tutto il castello.
Una volta sul loro profilo Instagram avevo trovato una foto di Melody, Sissi e Shane tra le colonne del complesso di Karnak, a Luxor, in Egitto.
Questa foto scatenava in me altra curiosità. Mi sarebbe piaciuto intervistare i Dollscult e sono stato a un passo dal farlo. Avevo scritto qualche messaggio alla loro pagina Instagram e loro, da bravi satanisti, mi avevano risposto senza la minima empatia e cortesia, a monosillabi, credo con un filo di disprezzo e misantropia, forse per farmi subito capire chi è che porta i pantaloni nell’universo infinito, chi è che da sempre detiene lo scettro e governa sul mondo, e per dirmi quindi che era in loro che scorreva l’energia cosmica e che erano loro a comandare, non certo io, la creatura senza arte né parte che scrive messaggi su Instagram e premette a ogni frase uno “scusa” o uno “spero di non disturbare”. Comunque sia, dopo qualche scambio di messaggi sono riuscito a ottenere il numero di telefono e così una sera ho chiamato. Ricordo che ero in un parchetto a Milano e che c’era ancora il coprifuoco. Ho parlato con Shane. È stata una telefonata alla fine cordiale. Shane sembrava molto divertito, euforico, e non perché stesse parlando con me e perché la conversazione fosse di suo particolare gradimento, ma perché, mi sembrava, era divertito grazie a qualcos’altro, qualcosa che andava al di là della mia comprensione e della telefonata. Fatto sta che a un certo punto gli ho chiesto di raccontarmi la loro vera storia e lui mi ha detto che la loro vera storia era quella scritta su Xvideos, e cioè che lui e Melody sono fratello e sorella e che Sissi è la loro fidanzata. Effettivamente, ho realizzato in quel momento, tra Melody e Shane, nei video, non c’era mai penetrazione, la penetrazione era solo con Sissi. L’ipotesi che fossero sul serio fratello e sorella mi ha turbato, ma ho pensato anche un’altra cosa, e cioè che un po’ mi avrebbe deluso scoprire che quella del fratello e della sorella era solo una storia inventata. Non ci siamo mai più risentiti.