Il trionfo del patriarcato, scrive Sofia Torre, è che non vediamo mai la protagonista del Titanic spettinata. Non vediamo mai un politico come lo incontra Ivan Carozzi, mangiando un panino unto prima di entrare in uno studio televisivo. Il trionfo del patriarcato è che non vediamo mai. Leggiamo le notizie, inseguiamo la notiziabilità, e non vediamo mai. Gua Sha è lo spazio occulto dove si rivelano i capelli grigi del pubblico non pagante durante la standing ovation al Teatro Argentina di Roma. Gua Sha è lo spazio unto di oli profumati in cui abbiamo abitato tutti insieme per le ultime quattro settimane. Gua Sha è un’intera pastorale per 25 euro. È un ciarlatano che ti cura la polmonite. Alla fine degli spettacoli partono le ovazioni, come ci ricorda Pacifico – questa, però, non è la fine dello spettacolo, ma il momento più bello della festa: il momento in cui ti siedi davanti allo specchio del bagno e ti dreni la faccia. Il momento in cui spii i following erotici di Claudia Petrucci. Il momento in cui disinfetti il bite prima di andare a dormire. Dal prossimo numero, in arrivo il 10 febbraio, puoi farlo solo “in cambio di un piccolo ma fondamentale contributo” (= sempre i soldi). Gua Sha è il trionfo del patriarcato?
Il patriarcato secondo Titanic
di Sofia Torre
In un mondo ideale per questo sistema patriarcale, Titanic finisce così: c’è Leonardo DiCaprio pronto a salire sulla scialuppa borghese e a compiere un atto di MANSPREADING buttando giù Rose e famiglia. Magari facendo anche un po’ di BODYSHAMING: “Spostatevi, ciccione del cazzo!”.
A una Rose finita in acqua, nella gelida acqua salmastra dell’oceano, Leo, maschio bianco etero cis, potrebbe inoltre rispondere facendo GHOSTING. “Jack! Jack! Aiutami, Jack, ho bisogno di te, amore mio”. Niente, il più assoluto silenzio, come un pugliese fuorisede qualunque.
Anche James Cameron, per quanto in modo meno creativo di me, ha riempito Titanic di esempi di sopruso maschile. È vero che Rose, la bella protagonista, non sa stare al mondo, ma ogni occasione è buona per farle MANSPLAINING, e chissenefrega se non le interessa pescare sul ghiaccio o dipingere le mani di una sex worker – DiCaprio, fra l’altro, la definisce sghignazzando “brutta prostituta”, questo è WHORESHAMING, ammettiamolo.
Che dire poi del male gaze, la questione dello sguardo maschile come termometro del mondo? Impugnando la sua matitina carbone da artista hipster before it was cool e disegnando i contorni di quel corpo perfetto, sinuoso e giovane, della donna che si appresta a sedurre in un’automobile non sua (è anche un ladro) senza consenso esplicito, Leo fornisce perfettamente la cifra di come funziona il patriarcato: donne magnifiche vengono sopraffatte da uomini mediocri con velleità artistiche da quattro soldi e una salopette di merda. Il problema, però, è che poche cose sono più attraenti della sopraffazione in senso stretto: in meno di due giorni di belle parole e contatto fisico rubato, Rose è pronta a rinunciare a un enorme diamante (non suo), alla stima della sua genitrice e a qualsiasi possibilità di rimanere nella sua classe sociale d’origine. Ci hanno venduto Titanic come una grande storia d’amore, ma si tratta più che altro di un manuale di auto-aiuto al contrario, un’opera che ti spiega cosa non fare per vivere tranquilla in questo universo maschilista, camuffandoti abilmente da membro onorario del patriarcato. Accessori indispensabili: essere molto belle, perennemente giovani e avere moltissimi soldi da spendere per rimanere molto belle e perennemente giovani. Come insegna infatti Titanic, solo le donne molto belle, perennemente giovani e con molti soldi da parte possono diventare preda di uomini meno belli e meno abbienti, che ricopriranno di prese maschie e paroline dolci il loro desiderio di fare gli splendidi, un po’ come il matto col megafono di Strada Maggiore con il suo fischietto nuovo. Rose fa di tutto per boicottare quello che madre natura le ha fornito: esce a passeggiare sul ponte sfigato fra i salubri fumi delle sigarette del primo Novecento, non si lava mai i denti prima di andare e letto e beve la grappa dei poveri alle feste in cui si imbuca a mani vuote.
Il grande amore dura tutta la vita, ma solo a patto di mistificare la realtà, coprendo di bugie e silenzi spazi di esistenza dalla grandezza trascurabile – chi sei, cosa sono io per te, come mai sei partito per un paese straniero senza uno straccio di prospettiva, cosa hai votato al referendum costituzionale del 2016 – si sa che i sentimenti sono ambigui, oscuri e senza tolleranza per l’ordinario, ma io non uscirei con un renziano.
Come ogni finta storia d’amore che si rispetti, Titanic finisce malissimo, ma nessuno pensa ai soldi. Si sa, come vivere, mangiare e pagare le bollette – la volgare questione della sussistenza – non è un vero problema per chi ha il cuore spezzato. Simbolico batte concreto due a zero, così Rose può gettare il diamante dal valore incalcolabile nell’oceano, in memoria di un uomo così amato da non conoscerne nemmeno il cognome. Il vero trionfo del patriarcato? Non la vediamo mai spettinata.
La selezione della settimana
di Claudia Petrucci
Le ripartenze
di Veronica Raimo
Ripartire dal bambù
Ripartire dal territorio
Ripartire dal pane
Ripartire dal vino
Ripartire dal vino naturale
Ripartire dal Made in Italy
Ripartire dal Mezzogiorno
Ripartire dal Nord Europa
Ripartire dal bicchiere mezzo pieno
Ripartire dal nuovo
Ripartire dal futuro
Ripartire dal digitale
Ripartire dal terzo settore
Ripartire dal curriculum
Ripartire dal rendimento
Ripartire dal lavoro
Ripartire dal volontariato
Ripartire dal capitale umano
Ripartire dal Centro-sinistra
Ripartire dal centro storico
Ripartire dal ricalcolo della Tari
Ripartire dal fare bene
Ripartire dal ripensare cosa fare
Ripartire dal nostro Leopardi
Ripartire dal mare
Ripartire dal bello
Ripartire dal Belgio
Ripartire dal cinema
Ripartire dal teatro
Ripartire dal reggaeton
Ripartire dal calcio inclusivo
Ripartire dal dono di potersi liberare dal calcio
Ripartire dal Giarre
Ripartire dal desiderio (cit. <3)
(Scrive Elisa Cuter: “tra l'altro oggi mi è arrivata la bozza di un volume a cui ha partecipato anche tuo fratello, il suo intervento ha come sottotitolo: "Ripartire dall’educazione linguistica democratica" :D ”)
Casini
di Ivan Carozzi
È accaduto qualche anno fa. Mi trovavo in uno studio televisivo. Seguivo la diretta chiuso dentro uno stanzino, seduto a una scrivania di fronte a un monitor e a un computer. A un certo punto, proprio accanto a me, venne a sedersi l’onorevole Pier Ferdinando Casini. Io stavo lavorando. Casini entrò senza salutare. Si fermò per qualche minuto, in attesa di fare ingresso in studio per l’intervista. Ricordo l’irruzione nello stanzino di una massa corpulenta, inguainata in un gessato. Ricordo che l’onorevole si mise a sedere in modo piuttosto scomposto, a gambe larghe, con questi piedi massicci da neanderthal, fasciati in calzini blu dalla fibra preziosa e infilati nei mocassini. Aveva con sé un panino avvolto in una carta bisunta. Casini prendeva a boccate il panino mentre seguiva sul monitor la diretta. Si nutriva di fretta e voracemente. Quando alla fine venne chiamato per l’intervista, Casini non si preoccupò di buttare la carta nel cestino, ma si alzò rumorosamente dalla sedia, si pulì la bocca con le dita e lasciò i resti del panino dentro la carta aperta, sopra al tavolo dove io stavo lavorando. Se ne andò senza salutare. Dopo qualche secondo lo vidi comparire di nuovo sul monitor ed entrare in studio con un grande sorriso charmant, attraversando lo spazio con una falcata elegante. Avrei dovuto prenderlo a calci in culo e invece sono stato così stupido da pensare: «Ora prendo gli avanzi del panino, li metto dentro un congelatore e li conservo come una grande opera d’arte italiana».
Ovazione
di Francesco Pacifico
Schiaparelli maggiori, Schiaparelli minori
di Sara Marzullo, con Alice Mastroleo
L’altro giorno guardavo le sfilate dell’Haute Couture, quando ho beccato questo look di Schiaparelli e ho pensato: LE STELLE! Così ho scritto subito ad Alice Mastroleo, in arte @soloredie, cartomante pop e insegnante di tarocchi di cui questo autunno ho seguito un corso. Alice ogni settimana mette su Instagram la sua spread of the week, una lettura sulla settimana a venire – così ci è venuta l’idea di usare la collezione SS22 The Age of Discipline di Schiaparelli come fossero arcani maggiori.
Lo zio di Elsa Schiaparelli era astronomo e ricercatore “Mio zio era una persona straordinaria. Io gli piacevo perché, diceva lui, ero nata con la costellazione dell’orsa maggiore sulla guancia”.
Alice, che arcani hai visto? Cosa ci dice The age of discipline sul presente?
Quando mi hai mandato le foto della collezione, erano già passate sotto il mio radar, ma non avevo guardato attentamente tutti i look. Il rimando agli arcani maggiori è vivido e molto prorompente, mi è bastato sfogliare la gallery per associare rapidamente un capo a un arcano.
È sicuramente una collezione magica, che mescola sapientemente l’heritage della Maison con la contemporaneità, che è un po’ quello che dovremmo fare con i tarocchi oggi: abbiamo un sistema archetipico antico che però può essere messo a disposizione delle persone del contemporaneo per esplorare la propria interiorità.
I capi che abbiamo scelto insieme possono rimandare all'Eremita, alla Papessa, al Carro ed al Sole.
L’Eremita e la Papessa sono due carte di forte introspezione, quasi avulse dal resto del mondo ma potentemente radicate in esso.
Se vedo questo revers del blazer bianco e nero, non posso non pensare a un cappuccio che ci protegge, nel quale avvolgerci, il cui involucro esterno è candido ed è come uno scudo di luce, diverso dall’oscurità dei meandri del nostro essere.
La Papessa è un guardare ma non toccare, è un vedere senza essere vista, la dimensione ideale per la meditazione e l’analisi di ciò che avviene al di là della nostra cortina (in questo caso di un magnifico e impalpabile tulle). Chissà se nella borsa dorata è custodito tutto il sapere del mondo, sicuro è che finisce dritta nella mia lista dei desideri!
Il Carro è molto evidente, come abbiamo convenuto entrambe. La celebrazione del successo e del trionfo, ché pochi animali possono rendere l’idea di trionfo come fa il cavallo, viene amplificata dai ricami dorati, che fanno sembrare questo capo (se lo descrivesse mia nonna direbbe “palandrana”) uno scudo che, come quello dell’auriga nella carta del Carro o quello per eccellenza, il dio Apollo, fa sembrare senza macchia e senza paura, completamente proiettate verso la prossima conquista. È un’esplosione di orgoglio e self-consciousness, di fierezza e di splendore.
Molto probabilmente, se a scuola avete studiato almeno le basi del Sistema Solare, saprete che sul Sole ci sono dei continui vortici e onde che agitano continuamente la sua superficie. È la prima cosa che mi è venuta in mente guardando l’ultimo outfit. Un vortice solare che avvolge la modella e chiunque la guardi. L’arcano del Sole è un “arcano di attrazione”, ovvero porta le persone alle quali esce questa carta a funzionare come una calamita per gli altri. E dentro quel vortice dorato non si può non esserne attratte e venirne risucchiate, è puro Haute Couture legato a doppio filo al bagaglio di ispirazione astronomica che Schiaparelli ha nel suo dna.
Se ci pensiamo, anche i tarocchi ci mostrano figure vestite, in maniera realistica o surreale, e si prestano perfettamente a essere bacino dal quale attingere per infinite ispirazioni, soprattutto se pensiamo all’Haute Couture, che non ha paura di osare. Prepariamoci, quindi, a vedere più frequentemente collezioni ispirate al mondo dell’esoterismo. Sono pratiche e filosofie sempre più presenti nel nostro tessuto sociale, finalmente stanno trovando la loro strada per uscire dal cliché nel quale sono rimaste intrappolate per troppo tempo e la moda sta rendendo loro il giusto tributo con queste collezioni che sembrano arrivare da un altro mondo, sicuramente non terreno.
Alice Mastroleo legge i tarocchi in maniera chiara, senza troppi fronzoli, e cerca di insegnare alle persone come fare lo stesso nel suo Corso Pratico di Tarocchi per Persone Pragmatiche. Da due anni divulga la materia attraverso meme e riferimenti della cultura pop su Instagram, ha collaborato con Lo Scarabeo, Gucci, Canale 5, D di Repubblica, Elisa Seitzinger (e non intende fermare qui la lista). Su Instragram è @soloredie
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