Gua Sha

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Lasciarsi è comunque meglio che pagare il canone Rai – Gua Sha n. 31
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Lasciarsi è comunque meglio che pagare il canone Rai – Gua Sha n. 31

Amore e rabbia

Sofia Torre
,
Sara Marzullo
, and
NightReview
Aug 11, 2022
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Lasciarsi è comunque meglio che pagare il canone Rai – Gua Sha n. 31
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Ogni volta che Sofia deve consegnarmi un pezzo, mi scrive che è incasinatissima, ma spera di farcela, deve solo trovare un minuto di tempo, perché vuole scrivere bene questa cosa, ha avuto un’idea ma deve capire se riesce. Di solito, mi fa dubitare fino all’ultimo che riuscirà a consegnare e, anche quando lo ha ormai fatto, mi rimane il fiato corto come se avessimo fatto una corsa insieme. Ce l’abbiamo fatta, siamo a bordo dell’intercity e non ci siamo scordate il portafoglio a casa. La frenesia che precede i suoi pezzi è anche la frenesia che sentite nei suoi pezzi, è un caos benevolo e un po’ cazzone, di chi sembra non prendersi mai sul serio, nonostante poi rimanga al centro delle proprie considerazioni. I pezzi di Sofia sembrano sempre pezzi veloci, scritti al posto del pezzo meditato che invece vorrebbe scrivere, come se avesse passato ore a scervellarsi di fronte allo schermo o a comporre un pezzo accademico e poi avesse aperto un documento vuoto e scritto tutto quello che le passava per la testa. Oppure fosse tornata tardi da un appuntamento e si fosse messa davanti al pc, stanca e sfinita, ma con una deadline da rispettare. Ci sono tante immagini dentro, come le “scimmie malevole che infilano la camicia nei pantaloni” o la gatta-giavellotto, tutte cose che dicono cos’è il grigio mentecattismo meglio di un pezzo meditato, ma che lasciano come trafelati. Mi ricordano la prima volta che ho incontrato Sofia a Bologna, in un luglio caldissimo: ci siamo sedute a un bar e, senza esserci mai viste prima, parlato per un’ora di cose intime e strutturali, saltando tutti i convenevoli, le cortesie e poi siamo corse alla sua bicicletta perché aveva un convegno. Sofia è sempre ai convegni, ma quello che scrive sembra in reazione ai convegni, sembra tempo rubato alla forma. Una volta le ho detto che non si capisce mai bene cosa voglia dire, ma forse questo è il punto, è riuscire a stare con lei in questa corsa folle verso nessuna destinazione precisa. Qualsiasi cosa sia è sempre meglio che pagare il canone Rai.

– Sara Marzullo

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Amore e rabbia

di Sofia Torre


Sto scrivendo un libro sull’amore. Mi sono lasciata di recente, e quindi la parte di libro che faccio più fatica a scrivere è quella sulla fine delle storie, non tanto perché mi sento abbandonata (cosa che comunque, specialmente di sera, quando mi rannicchio a letto da sola, succede), quanto perché generalmente appena mi siedo davanti al mio lunghissimo file e tento di buttare giù qualche riga intelligente prima mi viene il nervoso e poi mi arrabbio moltissimo. L’amore distrugge, devasta, ossessiona. L’amore fa ammalare, deprimere e sentire soli. Ma non dimentichiamoci, soprattutto, che l’amore fa incazzare e fa incazzare perché gli esseri umani sono sostanzialmente delle scimmie malevole che infilano la camicia nei pantaloni, non lavano i piatti quando tocca a loro e poi li becchi pure ad ascoltare Jovanotti. L’amore fa male perché finisce, è fisiologico, ma quello poi passa ed è un pensiero che comunque ha una sua eleganza. Il melodramma, il dolore, Anna Karenina che si butta sotto a un treno, Emma Bovary e il veleno per topi, Robert Redford che non ama abbastanza Barbra Streisand e preferisce andare in barca.

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